BOLOGNA,
FLIPPAUT FESTIVAL
13 giugno 2004

SETLIST
First of the Gang to Die 
Hairdresser on Fire 
Irish Blood English Heart 
Headmaster Ritual - cut short / interrotta
Every Day is Like Sunday 
Such a Little Thing Makes Such A Big Difference 
How Can Anyone Possibly Know How I Feel? 
I'm Not Sorry 
Don't Make Fun of Daddy's Voice 
The World is Full of Crashing Bores 
A Rush and a Push and the Land is Ours 
Let me Kiss You 
Rubber Ring 
There is a Light that Never Goes Out 
Non appena il concerto di Morrissey sta per iniziare, i Mozzers si fanno avanti sotto il palco, sgomitando e scacciando le ragazzine che fino ad allora avevano gridato per i Rasmus ed in attesa per i Muse, in una profetica anteprima della strofa "a rush and a push and the land is ours".
Sale sul palco come ai bei tempi, con i fiori all'altezza del pube, ed i fans che occupano le prime file - me incluso - pendono adoranti dalle sue labbra.
Sette pezzi del nuovo album, forse troppi per un festival con scaletta ridotta, tre pezzi degli Smiths che scaldano il pubblico, peccato per "Headmaster ritual", interrotta dopo problemi con il microfono. Morrissey è comunque in forma ed interloquisce con il pubblico. Chiedo personalmente "Sweet and tender hooligan" e luji, alludendo agli Europei di calcio in Portogallo mi risponde ridendo con "He's not here. I don't know what to tell you" ("non è qui, non so che dirti").
Le canzoni vecchie sono, tutte, cantate in coro.
Alla fine di ogni pezzo il pubblico canta "Morrissey, Morrissey" sulle note del calcistico "Here we go", per celebrarlo. Tre persone tentano di salire sul palco per abbracciarlo ma l'italica security, che non sa che ciò avviene in tutti i concerti di Moz, non è particolarmente tenera con loro.
Si termina con la storica "there is a light that never goes out".
Un set divertente e molto emozionante, ma i concerti di Morrissey nei club sono un'altra cosa.
 

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