4 settembre 1999- Arena Parco Nord, Bologna

Scaletta  dei gruppi che hanno partecipato all'evento:
Tre allegri ragazzi morti
Verdena
Punkreas
Lit
Hepcat
Sick of it all
Silverchair
Joe Strummer and the Mescaleros
The Offspring

Un festival, l'Indipendent Day, molto ben organizzato, nel quale si sono alternati senza problemi e senza ritardi tutti i 9 gruppi previsti. Unico inconveniente la pioggia torrenziale che ha massacrato tutti i presenti, compresi noi, che siamo tornati in albergo con circa 10 kg di fango sparso ovunque e neanche un cm2 di pelle asciutta. Una pioggia che è continuata a scendere instancabilmente le ultime 3 ore e mezza del festival, senza tregua, trasformandosi alla fine in un vero diluvio. Il pubblico del festival è stato l'elemento migliore: 10000 e piu' fans accaniti della musica punk e non solo, che hanno saputo accogliere tutti i gruppi benissimo, pubblico instancabile e bagnatissimo, che ha partecipato ad ogni pezzo gettandosi nel pogo piu' scellerato, anche nella vasta pozza di fango liquido che si era formata dalla terza fila in poi. Lo splash-pogo è stato il vero trionfatore della serata.
I primi ad aprire sono stati i 3 Allegri Ragazzi Morti, in grande forma: rispetto al concerto del Beach Bum Festival sono sembrati molto piu' rock....come se fossero ben rodati. Il pubblico ha risposto molto bene a tutti i pezzi proposti e non solo ad "Occhi Bassi", traccia del nuovo CD, proposta in video da MTV e TMC2. Il che significa che il gruppo si sta costruendo un seguito di fans vasto e serio che va oltre la semplice promozione commerciale. Grande il pezzo, da noi preferitissimo, di "Fortunello", caratterizzato dalla presenza di un clown sul palco (che appunto, è Fortunello). Di seguito i Verdena, presenti anche loro al Beach Bum Festival ma sul palco piccolo, stavolta promossi meritatamente a quello principale. I Verdena sono molto promettenti: non solo hanno il coraggio di fare musica ad alto livello, li abbiamo definiti tra i primi Smashing Pumpkins e i Placebo, ma anche hanno delle ottime idee musicali. Sono potenti e bravi a suonare. Il miglior gruppo giovane sulla scena italiana. Al di sopra di qualsiasi band inconsistente (e quante ce ne sono!!!) proposta insistentemente dalle tv musicali. Il pubblico li ha accolti benissimo. Il gruppo italiano che ha raccolto maggior entusiasmo, ma entusiasmo palpabile, sono stati i Punkreas: pubblico in delirio!! Tutti conoscevano i loro pezzi, e tutti li cantavano. Il pogo è stato totale e selvaggio. Nessuno escluso.GRANDI!!!!!  Dopo i Punkreas hanno iniziato a suonare i gruppi stranieri, iniziando dai bravi Lit, californiani di Orange County, che hanno proposto brani dal vecchio album (i piu' conosciuti dai veterani punk rockers) e dal nuovo disco. Il loro stile musicale è molto vicino a quello dei Lagwagon e dei Blink 182, anche se in molti pezzi l'introduzione è piu' potente. Il cantante, vestito di rosso fiammante, sembra la versione giovanile di Joey (il cantante dei Lagwagon) ed è, insieme al chitarrista, l'elemento principale del gruppo. Anche qui il pubblico si è scatenato nel pogo e molti conoscevano a memoria i testi della band. Gli Hepcat hanno dato il cambio ai Lit sul palco. La storica ska band, che incide per la Hellcat records, ha suonato per 45 minuti. Certo l'ambiente era troppo punk-rock per una band storica come la loro, ma anche se non hanno infervorato il pogo ed il crowd surfing, comunque hanno fatto ballare un po' tutti. Tutti conoscevano poi il loro hit, il cui ritornello "Lallalllallalalalallla" è stato cantato in coro. Finalmente, per soli 3/4 d'ora, hanno calcato la scena i Sick of It All, il miglior gruppo della serata insieme a Joe Strummer & the Mescaleros. I SOIA hanno dato una pista a tutti gli altri gruppi. Sono i migliori sulla scena Hardcore e tra i piu' grandi dal vivo. Non hanno bisogno di bolle di sapone o scenette da comiche anni 30 per farsi apprezzare, e neppure di Obladì Obladà versione punk. Hanno una potenza sonora e comunicativa pazzesca! Il pogo ed il crowd surfing sono stati violentissimi, in senso positivo è ovvio, e la gente è impazzita. L'Hardcore non è un genere semplice da ascoltare e tantomeno commerciale, eppure i SOIA lo rendono vivo e commestibile. Da tanti anni sulla scena e da sempre grandi e mai ripetitivi. Anche "Call to arms", il loro ultimo album, ha dei pezzi grandiosi, tra cui l'omonimo, che è stato uno degli ultimi ad essere interpretato. Alla fine, mentre noi commentavamo infervorati il bellissimo concerto, tutti erano d'accordo:  un ragazzo si è fermato, sconvolto dal gruppo, ed in accento romagnolo ha risposto alla nostra affermazione "Sono i migliori non hanno pari", con un "Lo puoi ben dire: sono dei dii!!!!". Al che ci siamo spaccati dal ridere. Dei Silverchair che dire? il pubblico era diviso. C'erano ragazzi che aspettavano la band dopo che erano rimasti delusi (sappiamo di gente che era venuta dalla Sicilia per vederli!) dalla cancellazione del concerto di Milano, altri che invece si sono annoiati. Pur non essendo fans dei Silverchair, la loro performance non c'è dispiaciuta affatto. Il cantante però se la tira molto. Forse è solo un'impressione... Non si è fatto capire in diverse occasioni come ad esempio quando ha detto "Datemi un alleluja!!!" ed il pubblico "Yeeeahh!". Silverchair "Datemi un alleluja!!!" pubblico "Yeah!!!". Silverchair "Volete darmi un fottutissimo alleluja?!?!??????" il pubblico, che non aveva capito niente "Yeah!!!".  Finalmente Joe Strummer and The Mescaleros. Per chi ama il punk storico e per chi ha vissuto quello del '77 è stata un emozione unica  vedere per la prima volta o rivedere dopo il lontano 1984, nuovamente, il cantante dei mitici ed indimenticabili Clash. L'accoglienza è stata caldissima. Lo stesso Joe Strummer ha ringraziato alla fine del concerto il pubblico italiano dicendo che ne aveva bisogno, visto che il giorno prima, in Germania, avevano avuto una "bad night", probabilmene erano stati contestati. Se le canzoni dei Mescaleros non hanno entusiasmato più di tanto, quelle dei Clash, da Rock the Casbah a London Calling,  Bankrobber fino a I fought the law (and law won), hanno creato il panico. Tutti (i piu' grandicelli) le cantavano e si vedeva che provocavano  emozioni forti...sarà anche che pioveva a dirotto e che il clima era molto combat rock londinese...ma è stato suggestivo! Imperdibile. Infine dopo 60 minuti di attesa sotto la pioggia scrosciante (certo gli Offspring ora hanno bisogno di un palco ultra-accessoriato per suonare) sono arrivati loro. Pogopop è polemico con gli Offspring, perchè hanno perso il cuore. Hanno riproposto lo stesso clichè del concerto di Roma dello scorso febbraio. Nè piu' nè meno. Pare che questi gruppi, come anche i Green Day, arrivati al successo, debbano irrigidire le loro prestazioni dal vivo in schemi prefissati e ripetitivi. Nessuno spazio alla spontaneità, neppure per dire "Ehilà ragazzi, grazie per averci aspettato sotto la pioggia e al freddo per così tanto tempo!". Eppure ci sono gruppi punk rock - come ad esempio i Bad Religion - che, pur essendo passati ad una major, non si sono trasformati solo in galline dalle uova d'oro, ma hanno mantenuto l'indipendenza nelle scelte. E' vero che gli Offspring dal vivo non sono mai stati stratosferici ma almeno i loro concerti, fino al '97, eramo molto piu' veri, piu' partecipati....Li continuiamo a seguire perchè hanno dei pezzi davvero belli (Gotta Get Away!!), trascinanti ed unici, e dal vivo certo non ci si stanca di ascoltare "Bad habit" o "Smash" o "Gone Away" etc. etc. Le scene più belle sono state quelle del pogo nel fango sotto la pioggia, che penso nessuno dei partecipanti dimenticherà mai. L'unico bis che il gruppo ha concesso è stato "Why don't you get a job", versione punkeggiante di Obladì Obladà, che ha fatto inorridire tutti i fans della prima ora. Credo certamente che un gruppo debba evolversi e non riproporsi sempre uguale a se stesso (anche se I Ramones lo hanno fatto sempre, senza mai annoiare nessuno! anzi!!!) ma questo non vuol dire svendersi.
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